martedì 14 febbraio 2012

Mondolontano, quindi...

Esco. Fuori c'è polvere, vento che stona tra fessure, crepe di case deserte, freddo che ti fruga sotto il cappotto, ma qui dentro l'ombra mi fa mancare il fiato.
Esco, quindi.
Cammino sulla veranda di metallo e ruggine.
I miei stivalacci fanno rumore, risuonano, ad ogni passo che faccio.

Mi siedo sulla panchina di ferro, la vernice verde pallida, scrostata.
Gambe larghe, tengo il cappottone aperto, lascio vedere il cinturone.
Mi calco il cappello sulla fronte, mi tiro su la sciarpa, cerco di coprirmi fino al naso, contro il gelo, il vento bastardo che mi vuole ammazzare di polvere.

Tiro fuori la pistola dalla fondina.
La alzo, scuoto il polso, i riflessi smorti di questo sole sulla canna rivolta verso l'alto, che si veda bene, se sei lì appostato col tuo fucile, vedi di ammazzarmi al primo colpo, se no sono tutti cazzi tuoi.
Poi appoggio la mano con la pistola sulla gamba destra, la canna parallela al terreno, rivolta verso sinistra.
Io sono qui.
Mi sto rilassando.
Non rompete il cazzo, ok?

Poi il capo mi chiama.
Sparisce il vento.
Sparisce la polvere, il freddo, quella presenza che sentivo nella casa vuota di fronte.
Sparisce tutto quel mondo lontano.

Sono di nuovo seduto di fronte al mio monitor.
- Hai guardato che problema aveva il router di raccolta area Milano?
- Sì, il solito attacco subito dal solito cliente. Aggiornata ACL, però che rottura di coglioni.
- Paga bene, e il TUO direttore generale è felice.

Di nuovo seduto qui.
In ufficio.

Eppure la sento.

La sagoma della pistola.
Qui, appoggiata sulla mia gamba destra.

Ocio eh?

2 commenti:

賈尼 ha detto...

Montatone :)

peppermind ha detto...

PFUI, trattasi solo di "esibizionismo cautelativo".
Fatti avanti, invece di aprire la bocca :P