martedì 2 ottobre 2012

Questa musica non esiste.

Siamo io e lui, ai piedi del grattacielo.
Guardiamo in alto, l'insegna della radio che possiede l'edificio: RKO.
Il cielo è sereno, di un colore grigio terso, con sbuffi di nuvole, sembrano finte.
Mentre il palazzo è color perla, le finestre tutte uguali, nere lucide, una fila infinita di finestre, prima del tetto là in alto.
"Speriamo che vada bene", mi dice lui, aggiustandosi il cappello e sorridendo nervoso, "Ma certo, come vuoi che vada? Il tuo sound spacca". Deve fare una sessione live con la sua orchestra jazz, lui che conduce e che suona la tuba, strano per un direttore d'orchestra, la tuba.
Ma fanno una musica eccezionale, calda, toni marroni esplodono nell'arancione, nei momenti più intensi.
Una musica che spicca in questa città solare, sì, ma che ha solo scale di grigi, che trova la luce solo nel bianco splendente dei film americani degli anni 30.

Poi sono a casa, con la radio accesa.
Li ascolto, lui e la sua orchestra.
Spaccano, proprio come avevo detto.
Spengo la radio sorridendo. Mi giro verso il divano, dove c'è ancora la coperta che ci avvolgeva, a me e lui, mentre ci coccolavamo ascoltando dischi.
Mi chiedo se non sia troppo gay, io e lui in posizione fetale, abbracciati. Mi dico "ma chi se ne frega. Forse è ora di mollare il colpo con le donne. Sono stanco...", e con lo sguardo cerco il disco, lì nella bacheca colma di 33 giri, uno di fianco all'altro, la sensazione di ricchezza che scorre lungo la nuca.
Il disco.

È il disco di heavy metal più corposo che abbia mai sentito, un dipinto che si dipana sulla tela per linee intricate, a ogni ascolto cresce, non riesci ad afferrarne mai il disegno finale, lo trovo, lo sfilo dallo scaffale, è un doppio, dal vivo, guardo la copertina. La foto del leader del gruppo, i capelli ricci, morbidi, gli cadono davanti al viso mentre suona la chitarra, schizzi di luce e sudore, come un mantra che parta da lui.
Lo metto sul giradischi, ponendo la puntina in un punto a caso, verso la fine.
Lo ascolto sempre così, un pezzo alla volta, dove mi porta la sensazione della mano.

Sgorga quella musica. 
Azzurro elettrico, si tuffa in un blu cupo, mare profondo, impenna verso scintille giallo sole, ma non sbava mai, mai, nel colore dell'oro, anzi, si ripiega in alcuni argenti sfibranti, e poi riprende, blu cupo, azzurro elettrico, e pugni, calci, ti spezza e ti abbatte in una pozza rosso sangue.
Scuote tutto il mondo seduto, pacioso e serafico nei suoi bianchi perfetti, grigi infiniti e neri lucidati.

Quella musica.

Quella musica.

Mi sveglio.
Quella musica... quante volta ritorna nei miei sogni. 
Ma non c'è nella realtà.
La cerco, ma non c'é.

Apro gli occhi.
Il mondo è di nuovo a colori.
Spenti, morti, più morti del bianco e nero del sogno da cui emergo.
Ma colori.
Lividi, dolorosi, non rieco a muovermi, sento male ovunque.
Sono steso per terra, asfalto, puzza di fogna.
Il cielo coperto di smog, venato di giallo e nero, solo lui, nei miei occhi.

Un viso di donna si sporge in quel cielo.
Mi guarda.
Fredda.

_ Cazzo. È ancora vivo 'sto qui.

Una voce di bambino risponde.

_ Te l'ho detto che era vivo!

Porco dio.
Sto ancora sognando.

Porco.
Dio.

4 commenti:

賈尼 ha detto...

Bravo, bravo, un petit poème en prose come piacciono a me.

Ma che significano le etichette inquilino 0, inquilino 8? :\

peppermind ha detto...

Grazie grazie, sempre troppo buono.
Ma quanto ti devo? Ci sistemiamo al matrimonio...

Inquilino0 è il protagonista adulto-maschio della storia che puoi ricollegare unendo i post con "teste di nuvola" nei tag
Inuilina2 è la protagonista femmina-adulta, mentre Inquilino8 è il protagonista maschio-bambino.
La voce narrante di ogni post è sempre uno di loro... in quest'ultimo pezzo ad esempio è Inquilino0 che narra, mentre nel precedente è Inquilina2.

È una trama on-going, che avrà sviluppi.
Forse non si capisce granché, ma essenzialmente tutti e tre, quando si addormentano, perdono i sensi o anche solo sono soprapensiero "duro", si ritrovano di botto in un'altra realtà (Mondolontano, ci sono i tag), e finché non si sono incontrati in quest'altra realtà pensavano fosse solo una loro fantasia.
E invece...

fatacarabina ha detto...

Bello, lo leggo :)

iaia ha detto...

:)