domenica 19 aprile 2009

2. CENSURA CACCACULO!

Caccaculo: Caccaculo, caccaculo.

Peppermind: Sì, ‘sera anche a te.
Finché non ti censurano, s’intende.

CC
: Caccaculo?

P
: Ma sì, tutto ‘sto casino per la vignetta di Vauro!

CC
: Caccaculo!

P
: Infatti!
Invece che sputare sentenze su cosa sia satira giusta sui morti, e cosa no, e se bisogna limitare anche la satira, e di conseguenza anche l’arte, ma che cos’è arte, sarà mica arte quella lì, e via baggianando con frasi da Luis del bar sport sotto casa mia.
Che palle!

CC: Caccaculo!

P: Invece di domandarsi:
-cosa è e cosa no "di buon gusto", cioé, cosa offende e cosa no "gli altri", cosa si può dire e cosa no senza "passare come un trattore" sugli altri;

-cosa o chi lo decide;
-chi deve far rispettare questo canone, una volta stabilito;
come al solito si sono messi invece a ciarlare, sparando opinioni discordi, anche tra chi vorrebbe una censura di qualche genere, dei limiti, insomma.
E Luttazzi è da censurare, ma Vauro no.
No, no, tutti e due!
Macché, nessuno dei due, ma le vignette sulla religione sì!

E che è?

CC: Caccaculohhh!

P: Insomma, ciò che deve o non deve essere vietato alla comunicazione di massa, rimane una variabile, anche per chi pensa che non debba esistere una categoria di "comunicatori" totalmente libera a livello civico (non penale, quindi).
I supposti censori non concordano tra loro!

Ammettendo che si possa rispondere alle tre domande di cui sopra, siamo ancora in alto mare.

CC: Caccamare.

P: Ehm, sì, abbastanza di quel genere.
Ma per forza.
Il "buon gusto" morale è qualcosa che è sempre stato gestito da qualche autorità, fino ai giorni nostri.

Fossero autorità ecclesiastiche, politiche (anche il famigerato settarismo di sinistra, alla “taci che tu sei un fascista”, appena dici qualcosa di non omologato, roba d’altri tempi ormai, ma che di danni ne ha fatti eccome), fossero autorità accademiche, gli ormai fantasmatici intellettuali, di qualsiasi sponda (Pasolini, via, che lo citano tutti, e che definire di sinistra sarebbe miope, una volta dettava legge in fatto di buon gusto, pur provocando a tutto spiano coi suoi film e i suoi libri).
Ormai non è più così: che si pensi sia un bene o si pensi sia un male, ci siamo liberati di, o ci hanno tolto, chi decideva quel che si può o non si può comunicare "in società".
Non c’è più un’autorità che ci dica quel che è cultura, quel che è porcheria, quel che è violenza verbale, quel che è provocazione a pensare con la propria testa o quel che è tentativo di ipnosi di massa.

Non ci sono più maestri, cattivi o buoni.

CC: Caccaculo.


P: Già.
Ma nessuno si prende la briga di fare il lavoro che prima svolgevano queste autorità, tutti assieme, finalmente in maniera genuina.
Come al solito, invece, abbiamo buttato via tutto il pacchetto: non funziona il frigo?
Via, si mangia roba marcia.
Morto un re, tutti quanti re.
Tutti siamo i maestri di tutti, ormai.
E via con giudizi nettissimi anche su argomenti che di netto non hanno proprio niente.

CC: Caccaculo!

P: Nettamente...
E nessuno che si renda conto di quanto ci si mette del proprio per interpretare anche solo una vignetta, che c'è chi la vede come un’amara constatazione che ci si è preoccupati di garantire metri cubi in più alle ville invece che a renderle più sicure contro i terremoti, e c'è chi invece la vede come becera satira che sfrutta la morte altrui per attaccare il governo.
Chi ha ragione?
Ma parliamone, invece di pensare alla satira come qualcosa da indirizzare, incasellare, sospendere o vietare, che se si può fraintendere vuol dire che fallisce il suo scopo.
Ma chi l’ha detto?
Tu? Io?
Mentre lo decidiamo censuriamo per sicurezza?

Direi: ben vengano i Vauro, i Luttazzi, i forum nazionalsocialisti, le vignette anti-musulmane e pure i Calderoli coi maiali in piazza.
Lo direi se vedessi un tentativo comune di capire cosa significano veramente questi gesti comunicativi e come influenzano il nostro modo di pensare, di elaborare la realtà, e come la cambiano.
Ma…

CC
: … caccaculo?

P: Esatto!
Qui vedo solo gente che cerca di proteggere il proprio "focolare mentale", rifugiandosi in esso, al caldo e al sicuro.

Ok, abbiamo capito, fuori fa freddo e non c'è amore, sia per quelli di destra che per quelli di sinistra.
Ma fatevene una ragione, che se no non si va avanti!
Censurare, farsi maestri morali e virtuosi, quando non si ha in mano NIENTE che valga qualcosa a livello morale e virtuoso, è uno spreco di tempo e di diritti faticosamente guadagnati.

CC: Caccac-

P: Basta!
Ragioniamo invece di sentenziare!

CC: -CULO!

P: Sì, maledizione, caccaculo!

CC: CACCACULO!

P: Certo che con te finisce sempre a tarallucci e-

CC: CACCACULO!


SE TELEFONANDO IO POTESSI CACCACULO, CACCACULO E CACCACULO!

7 commenti:

marlene ha detto...

Alla "faccia di qualsiasi faccia da caccaculo" questo post è carico di sana e giusta polemica.
Io potrei solo aggiungere una frase fatta (della quale però rifiuto l'origine evangelica) che dice circa così: "prima di togliere la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, levati quella cazzo di trave che hai nel tuo."

Anonimo ha detto...

..un caccaculo ci seppellirà...
gmai

lise.charmel ha detto...

c'è chi non accetta di scherzare con la morte. ma la morte è per tutti

peppermind ha detto...

@marlene: Sì, anche quello è vero.
SZentirsi fare la predica da chi sul terremoto ci ha mangiato da quando è successo, lascia basiti.
Ma aldilà di ciò, mi starebbe comuqnue bene discuterne.
Discuterne, però, non lanciarsi pesci in faccia.
@gmai: Dici bene tu.
@lise: Come dicevo, mi sta bene che c'è chi non ci stia a scherzare con la morte, ma parliamone, non diamo tutto come verità scese dal cielo, quando dal cielo scende solo... vabbe', non fatemi dire!

marlene ha detto...

cacca ;)

賈尼 ha detto...

"Pasolini [...] che definire di sinistra sarebbe miope". Uhm... e perché? Per me Pasolini è sinistra pura (oppure sono io che mi credo si sinistra e invece non lo sono, il che è possibilissimo).

peppermind ha detto...

@Janos: era un intellettuale autentico, che sfugge a ogni incasellamento politico, secondo me.
Ha espresso opinioni in contrasto con il "senso comune" di sinistra del tempo, tipo che i poliziotti erano molto più vittime dei manifestanti.