lunedì 30 novembre 2009

Casa zero.


Quella casa è la mia casa, anche se non lo è più.
Infatti, quando mi accorgo di essere lì, sto in camera mia, guardo la televisione.

La luce però è più forte, tonda, sembra quella del lampadario del soggiorno dei miei.
Guardo la televisione, anche se quando sto nella mia vera casa non lo faccio mai, o forse parlo con qualcuno, non ricordo.
Poi mi stendo sul divano, che è messo come prima che comprassi il letto, quando lo trascinavo, lo giravo per stare di fronte al monitor.

Di spalle, la porta aperta della cucina.
La cucina
.

La cucina è buia.
Un’orbita vuota.
Non lo faccio, ma se vado a vedere lo so che c’è un dislivello, quasi due metri.
Manca il pavimento.
C’è odore di vetri rotti e pasticche e quel ronzio, bicordo dissonante.

Il suolo è nero, spoglio, sporco, sfondato.

Tubi spuntano da muri grigi e feriti.
Pezzi di ferro.
Neri.

Lo so, lo so che loro, là in fondo, hanno tracciato qualcosa con un gesso.
Non voglio sapere cosa, non vado a vedere.
Non vado mai, lì.

C’è quell’odore.
E buio.
E quel suono.


Quando mi accorgevo di essere in quella casa, ero steso sul divano di spalle alla cucina, facevo fatica a muovermi, e iniziava a esserci quella porta.

La casa da cui derivano tutte era tornata.
Mi alzavo appena, sbirciavo da dietro lo schienale.
Quell’occhio scuro.

Sentivo il gelo che saliva come una nebbia, da lì.
Non riuscivo a svegliarmi bene.
E c’era qualcosa, là in fondo.

Ma non andavo a vedere.

C’era quell’odore.

E quel suono.
Quel buio.

Non mi avrebbe mai lasciato tornare indietro.

Continuare a svegliarsi.
Ma essere sempre .
Nella numero zero.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho guardato la foto.
Le immagini hanno un loro linguaggio e una loro voce.
Dalla foto (tua), ho capito che la casa attuale in cui vivo non è a tutti gli effetti la mia casa. Ho paura ad entrare nelle stanze che ho lasciato vuote, vivo nel resto della casa come se quelle due stanze - una in particolare - non esistessero.
Non ho appendini se non quelli dell'armadio, non ho un divano, non ho uno scaffale per i libri, non ho un portaombrelli, non ho nemmeno uno zerbino fuori dalla porta e, a farmi immaginare di comprarne uno, ci sono gli zerbini fuori dagli altri appartamenti. Il giorno dopo mi dimentico dello zerbino e così di seguito, ogni giorno che passa.

ciao.

Anonimo ha detto...

mi hai fatto venire in mente la canzone di sergio endrigo...
..in via dei matti numero zero...
gmai

peppermind ha detto...

@Anonimo: Un incubo solido, insomma...
Il mio non ho ancora capito che consistenza abbia...
Ciao a te :)

@Gmai: Uhm, se ti ha fatto venire in mente quell'allegra casetta, non ho proprio trasmesso quel che mi fa a me questa casa zero... :P

Claudio dei Norma ha detto...

E' al livello di Vita Percepta.
Lì eri tu l'io narrante, qui che sia tu o meno non importa.
A volte il protagonista, forse la casa e anche lo spettatore, comunque sempre tu.
Pepper sin dal Grado Zero.

Anonimo ha detto...

Spero che sia stato solo un brutto sogno...

Linda

Giangidoe ha detto...

Dal titolo, mi ero prefigurato un post sull'apolidismo retroattivo, ma mi sbagliavo.
Forse perchè è un tema personale, che tendo a riconoscere anche dove magari non c'entra...

Comunque, alienante anzichennò.

marlene ha detto...

apro il post lo leggo e lo chiudo, apro il post lo leggo e lo chiudo, non riesco a commentarlo non mi esce niente, ho un blocco scrittorio come avviene nei sogni che vuoi dire qualcosa ma non esce la voce...

ossimoro73 ha detto...

quanto potremo discutere su come le case nei sogni siano catalizzatrici di emozioni, nostalgia, rimpianti, dolore, angoscia. quante volte le sogno (specie quelle che non ci sonno più) e quanto volte provo dei sentimenti che sui dizionari di italiano non si trovano.
con il tuo racconto riesci a esplicitarl, non so se mi spiego.

ossimoro73 ha detto...

ops lapsus "sonno" anzichè "sono"

sagami ha detto...

e c'è un senso pressante di angusto.
punge quasi.

peppermind ha detto...

@Claudio: Grazie per l'analisi, veramente... hai ragione, l'ho fatto senza badare, ma è vero che il narratore è "erratico" (soccio che figa 'sta parola).

@Linda: È un brutto sogno, sì, ma non "solo", nel senso che è tornato spesso, soprattutto in fase di risveglio, come dico nel post.
Quella sensazione che non volesse lasciarmi "uscire" da lì.

@Giangi: sì, alienante is the word >.>
Apolidismo io... zero, appunto.
So' supermegastanziale, ma suppongo sia alienante anch'esso, anche se in misura e in qualità diversa.

@Marilù: ... mi basta che passi a leggermi, mi fa piacere (ovviamente, non solo perché uno scrive per essere letto, ma perché "sei tu").
Non serve scrivere... io passo sempre da te, ma scrivo quando mi viene :)

@Ossi73: Grazie, ben detto e spiegato.
Anzi, non ci avevo riflettuto neanche bene al fatto che possono essere le MIE case passate a concentrarsi in questa casa zero.
Quando dico che è la mia ma non lo è più, intendo che sembra casa mia, ma nel passato, quando non abitavo lì ma... è successo qualcosa.
Sensazione, ovviamente, che non ne so nulla sul passato della casa in cui vivo ora.

peppermind ha detto...

@sagami: Quel che provo in quei casi... oppressione, angustia.
Pizzica, sì.

niki ha detto...

Io da quando prendo le benzodiazepine non "incubo" più! Dormo poco lo stesso ma almeno mi evito la tachicardia!!!Ormai sono una tossica :-(
E so anche chi devo ringraziare.
niki

pyperita ha detto...

Ci sono delle case che tornano nei miei sogni, familiari e allo stesso tempo sconosciute.
Al risveglio provo una sensazione strana, quasi di angoscia, un pò come mi è successo leggendo il post.

Anonimo ha detto...

no no, me l'ha trasmessa...
il guaio è che quella allegra canzonetta per me non era niente allegra...
mi metteva una tristesss ma una tristeeeessss!!
gmai

Anonimo ha detto...

Secondo me dovresti rifare la cucina :-)
Il resto mi sembra ben strutturato o se preferisci Ristrutturato...

Scherzo Peps, mi piace quello che scrivi anche se a volte faccio un pò di fatica a leggerti ma per miei limiti fisici e a volte mentali :-)

peppermind ha detto...

@niki: Io da quando è venuta a vivere da me la gatta, incubo molto di meno, quasi niente.
Pensaci... :P

@Pyperita: Esattamente, uguale uguale...

@Gmai: sai che ci avevo pensato.
Quella casa dei matti lì, se leggi bene i testo... mica così accomodante.

@argentofuso: Me ne scuso, la mia scrittura è un lavoro in progresso, ci sto a provà, chissà che prima o poi ci riesco :)
Grazie che tieni duro :P

Chica ha detto...

Pepper...ciò messo giorni a passare e ripassare e leggere...forse nono sono all'altezza di capire..leggo nei commenti un sacco di parole importanti e a me non esce niente da dire...come una pallottola di pensieri, sensazioni ed emozioni bloccati nello stomaco che non riesco a tradurre in parole...

peppermind ha detto...

@Chica: No problem, non c'è assolutamente nessun "biglietto" da pagare qui (obbligo al commento).
Per spiegarmi meglio, la "casa zero" è una casa che ho sognato due volte, e un sacco di volte m'è "tornata" mentre ero in dormiveglia.
È quasi del tutto uguale alla casa in cui vivo, tranne per alcune differenze, e ho la netta sensazione che sia la casa in cui vivo ma anni e anni prima, e che lì sia successo qualcosa di brutto, che però non so... abuso, violenza, magia nera, sensazioni confuse.