martedì 17 novembre 2009

Spersona.

Caro Pepper,
qui, come sempre, sono tutti indaffarati a badare a se stessi.
Così intensamente che percepiscono la vita con il corpo, e gli sembra che sia un altro essere vivente.
Sì, “la vita”, ai loro occhi, diventa una persona.
O meglio: uno strano, sterminato animale.
Ma un animale come loro.

Strategia intenzionale inconscia.
Anche questa si utilizza da sempre.
Tipo che dici che quella pianta ha sete.
Invece la pianta ha solo bisogno di acqua per sopravvivere.
Che la sete è roba solo tua, non sai mica se la “prova” anche lei.
Ma loro, questo atteggiamento, lo stirano fino allo spasmo, a coprire tutte le cose, tenerle al caldo, che il freddo fa paura.

Ti ricordi quando eri lì nel cortile a parlare con i tuoi amici, a ridere, tirando tardi?
Quella sera là.
Un fragore mai sentito prima, l’aria che scompare, poi torna spazzando l’atrio con la rabbia della disperazione, e tu che abbracci la tua amica, rannicchiandoti.
Poi il silenzio del fischio nelle orecchie.
E il lamento continuo che viene da quella finestra, mentre iniziano ad affacciarsi dai balconi e all’udito le voci spaventate, che cosa è successo?, cos’è questo odore, lì, lì!, FUOCO!
Poi capisci che è un’esplosione.
Un'esplosione in quell'appartamento, che da lì arriva quel pianto di sofferenza.
Una persona sta bruciando.
Un mondo che si sgretola.
La vita non è più un animale come te.

Credere che la natura, o “tutto il resto”, possegga un carattere come qualsiasi persona, è normale.
Ma arriva il giorno che tutto fa il suo sporco lavoro di “tutto”, si mostra per quel che è: un viaggiatore indifferente.
E sgozza l’incantesimo.
Non c'è niente, là fuori.

Il principio di carità fa cilecca se lo concedi a gente come Maroni figurati se ci provi addirittura con l’universo.
Che pretendi.

Ecco perché qui la gente cammina a testa bassa, quasi acquattandosi, che non sa più come immaginarsela la realtà, quando chi la comanda è un esercito strampalato e inintelligibile.
Ecco perché qui, se esplode un appartamento…

Ci sono solo occhi vacui che lo osservano lontani.
Il guizzo delle fiamme ci si specchia.
Poi senti le sirene.
Allora torni coi piedi sull'asfalto bagnato.
Pensi che non hai ancora preso il pane.
Pensi che è meglio che vai.
Che fa troppo freddo.
Troppo.

Niente saluti
dai territori occupati.
Mai tuo
Ghost Mind

12 commenti:

Claudio dei Norma ha detto...

Come ogni volta le parole armate della Mente Fantasma mi uccidono.
Mi sono svegliato col magone e questo racconto lo ha trasformato in triste consapevolezza.
Buona giornata a tutti, vado a vedere passare le Auto Blù.

cantoediscanto ha detto...

"E tu che abbracci la tua amica", ché certi gesti inconsci di protezione sono commoventi.

nemoravi ha detto...

Fa freddo e non è colpa dell'inverno.
Se si percepisse la vita veramente con il corpo, si presterebbe attenzione all'essere umano e non alla 'vita', filosoficamente intesa, o alla 'sete' delle piante, quando ci sono persone che non hanno di che vivere.

Bello e vero questo tuo racconto pepper. Interessanti anche i link che mi hanno fatto ripensare a quanta vita ho dedicato a speculazioni pseudo-filosofiche, dimenticando e perdendo di vista che la 'vita' non può e non deve prescindere dal rapporto con gli altri.

Anonimo ha detto...

gli occhi vacui che osservano fanno malissimo.

ma sono cose vere, come il freddo o guardare in basso o pensare che hai finito il caffè.

non è che siamo differenti, solo che qualcuno se ne accorge, di essere sepolto sotto la paura

c13

peppermind ha detto...

@Claudio: Mi spiace Clà... in realtà speravo di svegliare rabbie sopite, che danno carica.
Evidentemente mi immalinconisco troppo, in preda a questi fantasmi del passato/futuro.

@Canto: Lei ha cercato me, e c'erano anche altri amici, evidentemente ero quello più massiccio :)

@VickY: Forse hai ragione... qui "il corpo" è visto come istintivo, e gli istinti però sono mal messi, in genere. Ce ne hanno trapiantati tanti che quelli sinceri ogni tanto si deformano, o scompaiono.
(Vedo che hai messo il circoletto rosso sull'aspetto masturbatorio della filosofia... ma a volte apre gli occhi, anche se spesso invece li chiude)

@C13: Grazie... hai letto bene.
Non è tanto un'accusa, ma un'arrabbiarsi, magari poco aggressivo, per questa paura che ci siamo lasciati cadere addosso.

Anonimo ha detto...

Agghiacciante, perché verosimile, anzi già accaduto, dentro e fuori di noi. Tante volte, qui e altrove.


Linda

Anonimo ha detto...

non so perchè ma mi viene da dire: fatti, non pugnette...
gmai

peppermind ha detto...

@Linda: Volendo uno trova delle scuse valide per voltare il capo e guardare solo a questa immagine illusoria, ma uno è anchhe stufo di farlo.

@gmai: Su un blog l'è dura trovare fatti... tu mi sovrastimi!

Anonimo ha detto...

ma infatti!
:)))))
(infatti che?)
(ti sovrastimo!)
:DDDD
(me piace sovrastimà, embhè?)
gmai

peppermind ha detto...

Gmai, mi sovrasti, sovrasti mi, disi mi.
Che donnaiona!

Giangidoe ha detto...

Io penso spesso che non ancora preso il pane. Letteralmente. Ma da domani questo pensiero si caricherà di un inconscio senso di inquietudine.

peppermind ha detto...

@Giangi: Mi dispiace... pensare al pane è una cosa che scalda.
Spero che l'inconscio vada via... inconscio, per favore vai viaaa...