domenica 23 agosto 2009

Occhio per occhio: occhio².


Clearmind: Hyper Maieutic Phone Center, buonasera.

Peppermind: Lo è stata, lo è stata.
Una giornata in questa Milano semidesertica.
Pochi indigeni, tanti africani, orientali, sudamericani, che prendono sedie, figli e sguardi sospettosi, e si mettono all’aperto, per non sentire il caldo.
E io e Rachel che camminiamo per queste vie.
Andiamo al PAC, a vedere Passport.
Villa Reale, di fronte ai giardini di Porta Venezia, ci lascia entrare.
Mi colpisce Moore, con la sua scultura rotonda del vuoto… e anche la bellezza sotto vetro della Gallaccio, che marcisce colando sulla parete (quelli della foto sono i quadri appena composti, ma a Milano il tempo aveva già scomposto i fiori in un tappeto di morte).
E Reynolds, con la sua regina d’Inghilterra che va alle corse, in quattro giorni differenti, in quattro giorni sempre uguali.

Clearmind: L’occhio della ripresa ufficiale.
Non può discostarsi dai suoi tempi e angolature.
Neanche volendo, forse addirittura un cameramen inconscio, sempre uguale a se stesso.

PM: L’occhio… aspetta che ci arrivo.
Ci sono delle linee rosse tracciate per terra, ci tengono distante dall’opera d’arte, la mutilano dell’interazione.
Il custode ci dice di stare lontani.
“Ignoranti”, commenta Rachel, “avete proprio un assessore alla cultura di destra, eh?”.
Usciamo.
Riprendiamo a passeggiare in questa Harlem milanese, il quartiere di Porta Venezia.
Alla Borsa del fumetto sentiamo una coppia chiedere al ragazzo dei fumetti indicazioni per la Yamato Video, un altro negozio di fumetti, manga più che altro.
Lo conosco quel tipo, ne sono certo.
La maglietta di un gruppo metal sconosciuto… tra metallari ci si conosce tutti a Milano.
Poi ancora per le vie, in mezzo a questi uomini neri, che stanno davanti ai bar, come nei paesi d’estate, o come in america, quando i neri non potevano entrare nei locali per bianchi.
Ci guardano con diffidenza.
Assorbiamo il colpo, e zitti.
Incontriamo ancora quella coppia che cerca la Yamato, che chiede ancora al ragazzo che conosco, che ormai ha finito di lavorare.
Mi sembra la classica scena da film, dove i nostri eroi cercano e cercano qualcuno o qualcosa, e non riescono mai a incontrarsi: la Yamato è lì, dietro l’angolo, come un Godot che 'stavolta tocca a lui aspettare.
Ridiamo, e non gliela indichiamo: se non la trovi, non la meriti.
Un po’ come la taverna tra le dimensioni, sarà lei a trovarti.

CM: Un po’ come che sei bastardo, eh?

PM: Dai, ci ho messo un po’ anche io a trovarla… e sapevo dov’era.
Non si spezzano gli incantesimi, è pericoloso.

Infatti ci siamo avviati alla metropolitana.
Ma…
Un movimento, un bagliore sotto vetro, ci cattura lo sguardo.
Lo sguardo.
Risaliamo un poco i gradini dell’entrata della metro, ed eccole lì.
Due modelle che ballano, in una vetrina, sotto le luci dorate di piccoli riflettori.
Trovata molto milanese di un negozio di vestiti.
Rachel mi dice “devo troppo fotografarle”, e spudorata le investe con la sua visione, ricambiata dalle due icone mobili che si mettono in posa, bloccando la danza per qualche secondo, e poi riprendendo quella sequenza.
E poi succede: come fosse scattato un richiamo, la gente inizia a fermarsi.
Sorride, parlotta.
Sciure, ragazze, ragazzi che posteggiano l’auto, milanesi, immigrati, bambini con il gelato in mano, si fermano.
Estraggono, quasi tutti, una macchina fotografica, o il cellulare, e iniziano anche loro a scattare foto.
Rachel ride, e mi dice: Ma sono splendidi.
Questa città è splendida.
Ho dato il via, e guarda quanta gente!

CM: Ti ha fregato, eh?
Tu e il tuo odio per i milanesi.

PM: In parte, sì.
Come dice lei, è il “puzzo” dei milanesi, sempre presi, immersi nel loro essere indaffarati, che non vedono, non guardano.
Ma se incocciano in qualcuno che fa qualcosa di diverso, si risvegliano, che succede?, si guardano intorno, lasciano cadere quel vestito pesante, si fermano, vivono un poco.

CM: Oppure no.
Oppure non è più l’occhio che vede l’oggetto MA l’occhio che vede lo sguardo verso l’oggetto.
L’attenzione viene attirata dall’attenzione (altrui).
Non è attenzione verso il mondo.
Ma attenzione verso “l’attenzione”.

PM: L’occhio vede “l’occhio che vede”, NON ciò che vede l’occhio.
L’osservatore modifica, sì, ma non solo l’oggetto osservato, anche gli altri osservatori.
L’albero cade nella foresta se e solo se c’è qualcuno che viene visto mentre vede l’albero che cade.
Il mondo come volontà di rappresentazione della volontà di rappresentazione altrui.
Schopenhauer².



CM: E questo non è bene?

PM: Che ne so…
Forse è l'occhio dell'artista.
Rachel, con il suo animo sempre aperto, in creazione continua.
Fa, disfa il reale, i rapporti tra oggetto, spazio, e musica degli intenti.
La sua danza rapita li sfiora, li evita, gli va incontro, li coinvolge, li apre al sorriso.
Il battito di questo suo favoloso ritmo li fa sobbalzare.
Lei è bella.
Lei vede e dipinge il bello.
Forse questo essere “splendidi” è proiettare il suo privato splendore.
Magari invece è percepire che c’è ancora umanità in queste persone.
Là in fondo, qualcosa si sveglia da questa cappa di sonno.
Qualcosa che Rachel sa destare.
Persone travolte da questo mare di “occhi di regime”, come quelli che riprendono la regina che va alle corse, violentate da sguardi regolamentati, ma ancora con un po’ di voglia di scrollarsi di dosso il grigiore dell’immaginario di potere.
Distanti, ma non ancora vinti.

CM: Forse.

PM: … forse.

SE TELEFONANDO IO POTESSI FARTI TELEFONARE E TU POTESSI FARE TELEFONARE QUALCUN ALTRO…

Dedicato a Rachel.
Grazie per le idee... per il tempo con me, e grazie per le foto!

19 commenti:

Claudio dei Norma ha detto...

Potere all'immaginario, basta con l'immaginario del potere.
Buonanotte, Menti, anche questo post è spesso come i resti del caffé turco, ora provo a leggere i fondi.
Sul fondo. Sempre più a fondo.
Vorrei scrivere anch'io se telefonando qualcosa, ma sarei ultra acido.
Vogliamo il bello, Peps. Vogliamolo davvero.
Buonanotte.

marlene ha detto...

"se non la trovi non la meriti" o non era destino ;)
anch'io ho visto in passato una mostra simile... a me l'arte moderna piace ma mi lascia sempre un po' perplessa un po' come chi si definisce artista.
Al giorno d'oggi artista è sinonimo di stravaganza più che di doti artistiche reali, ci si potrebbe fare un lungo dibattito in merito a questo.

Anonimo ha detto...

tu mi fai sempre ripescare in angoli,anfratti della memoria...
tipo che adesso mi è venuto in mente benjamin.
e, rivisitandolo, trovo un pensiero della arendt sul flaneur:
"e solo il flaneur, nella sua errante nonchalance, riceve il messaggio"...

marlene: e dibattiamo allora...che si dibatta, presto!!
:))

gmai
(tornata...si si...proprio rientrata...già...addirittura di nuovo al lavoro...
....
buaaahhhh-haaaaaa!!!)

gap ha detto...

scusa, sai dirmi dov'è la Yamato?

nemoravi ha detto...

"... se non la trovi, non la meriti."

Ho pensato subito di non meritare niente, io che puntualmente perdo le chiavi di casa dentro la borsa!

E poi mi sono detta che è giusto, bisogna imparare a cercare e guadagnarsele le cose, ecco!

Magari, se non avessi trovato la Yamato Video non mi sarei disperata più di tanto...

"L'occhio vede "l'occhio che vede", NON ciò che vede l'occhio"
Vero in molti casi. Vero anche che mi piacerebbe che gli altri vedessero con i miei occhi per un pò, o che io potessi vedere con gli occhi di alcuni...

Lo diceva pure Fabio Concato: "Tienimi dentro te, vorrei vedere il mondo coi tuoi occhi per un pò"... ma questa citazione te l'ho sussurata in un orecchio che se mi sente mio fratello sò dolori! ;)

Anonimo ha detto...

ah! ecco...dimenticavo...
no, no pepper...lascia che te lo dica: tu sei proprio bastardo!
cos'è "se non la trovi non la meriti"?
e dare semplicemente una mano dicendo "sta dietro l'angolo" no eh?
se telefonando io potessi farti perdere nella landa delle langhe...
:PPP
gmai

Claudio dei Norma ha detto...

GIMMAI! Bentornata qui più che al lavoro, purtoppaMente esso ti aspettava molto più inquieto del Canile. Noi invece cheti cheti, quasi Cheti Becher, attendevamo Colai Che Sambra Nan Tarnare Mai, G-Mai (il tuo nome fa molto gangsta losangelino, lassatelo di').
E poi Peps non è bastardo, solo poco poco infame.

>Peps: quale MentErmetica t'ho soffiato...?

Anonimo ha detto...

ciao claudiocheti-chella!!
che pepper mi aspettasse è innegabile...non vedi quanto ha sofferto? kili e kili di post traboccanti di tentativi di evasione ma niente...lui era lì, o qui, o chissà dove con la testa...
:))))

cmq tu come stai?
dici che gimmy detto il ritardatario e detto anche il negatore e detto anche l'uomo che non deve chiedere è detto anche gimmai?
ma il padrino non si confonde con tutti sti nickname?
:))

gmai

Claudio dei Norma ha detto...

Occhio a non pigghiare p'o culo, o finirai a dormire coi pesci cumm'a Luca Brasi, altro che NickMai.

Don Claudino

Claudio dei Norma ha detto...

>Vicky:

guarda che t'ho sentito comunque.
Hrumph.

Anonimo ha detto...

minchia, mi mettesti pauuura!
bacio le mani e giuro che non era una presa p'o culo.
prometto che non mi azzardo MAI più!
;)

gmai

Claudio dei Norma ha detto...

>Giamais:

Bedda picciotta.
Don Claudino apprezza le bedde e brave nicaridde.
Vabbé mò basta, io so romano, lasciamo ai patrilincua questo meraviglioso dialetto.
Un abbraccio, giorno libero, scatta la pennichella.
C'ho già la bolla ar naso.

L'ale ha detto...

Che bella giornata pep!
Mi sento proprio contenta per
inter-pep-posta
persona

:)

magari un giorno mi ci porti pure
a me
a vedere una mostra
a vederla
al quadrato...

::)

peppermind ha detto...

@Claudio: ... non so se è veramente così "spesso" come dici, però hai messo ul piatto un altro aspetto: come il "bello" sia rioluzionario.
Mi ricordo una scena dei Cento passi, in cui il compianto diceva che il vero marxismo dovrebbe essere la pretesa del bello.

@Marlene: C'è forse una tendenza provocatoria che a volte si fatica a chiamare arte (come i 4 televisori... geniali ma.. forse è più "design"), ma io sono dell'avviso che "artista" sia chi si pensa tale, e stop.
Poi di lì a "buon artista" c'è un salto su cui si può opinare, ma credo che rimanga sempre soggettivo.

@Gimmy!: Ben turné dalla turné!
Bella citassiùn che ti t'ha fé!
Dibattiamoci come falene, o come balene, è l'istess!

@gap: Sì, certo: seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino >.>

@Vicky: Alla fine sei stata buona, come Rachel... fai passare i milanesi come incuriositi dalla curiosità altrui, dal modo di vedere altrui.
Io rimango peppless :P

@Ri-Gimmy: Ma no, sono un pezzo di pane, a tratti rancido e raffermo, ma sempre pane so'!

@Ri-Clà: L'amicizia non è transitiva... la frase che hai scritto sl tuo blog: era perfetta per uno dei mie pezzi ermetici :)

@L'Ale: Certo che ti ci porto!
Non riesco a dire di no alla cultura/arte with sfisy incorporated.
(A onor del vero, comunque, io ho portato Rachel nelle fumetterie... è lei che mi ha portato alla mostra :P)

L'Ale che non fuma ha detto...

Non pep
però no!
nelle FUMERIE
non ci vengo.

Che dopo mi puzzano i capelli.

:-)

sfis!io!ale-in!

peppermind ha detto...

Dai... nemmeno nelle fumetterie d'oppio? :(

La chioma dell'ale ha detto...

Nelle sfumeterie
d'OPIUUUM
(che mi dicono essere un profumo
particolarmente
inebriante
per alcuni
per altri
semplicemente
ammorbante)
magari
sì!

Poi pep io faccio la sdegnosa
come tutte le fanciulle devono
saper
fare
faccio la preziosa
ma con te
pepperino
pure in una friggitoria
fish&fish
ci verrei

dopo tanto i capelli
me li lavi
tu
...

sfisioshampooo, pepi.

:)

peppermind ha detto...

Allora vada per la borsetta di fumo d'opossum e per il sfis&sfis!

Lo sfisiolino nel cartoccio! ha detto...

rido!
il sfis&sfis è uno sfisiolinamento
che dopo che l'hai provato
sei fritto!

:)