Il giorno che scoprimmo che dio non esiste fu un giorno difficile.
Poi i giorni a seguire furono peggio.
Il mondo si lacerò come una crosta grattata via, sangue marcio e pelle.
Infinite blatte sgorgarono dal buco di quel muro che crollava, infetto e consunto, disperdendosi per campagne e città, lasciando un sugo nero di morte su ogni casa, prato e palazzo, montagna e città e piazza e colore.
Poi tutto pian piano seccò.
Al sole, con calma.
Al sole seccò.
Ora siamo rimasti così in pochi, qui a Sesto San Giovanni.
Ma ci sono i boschi, l’erba e gli alberi che crescono sulle rovine della città, ammorbidiscono queste mani spezzate di cemento che sorgono dalla terra, i resti di Sesto, ricordo di come eravamo prima, rivolti al cielo, intrappolati al suolo.
E tanti posti dove sedersi, quando hai finito di lavorare.
Ti siedi, tra gli amici e i tuoi amori.
E pensi, parli, fantastichi, dipingi, scolpisci, progetti, scrivi, declami.
Socchiudi gli occhi, rimani in silenzio.
Il sole tramonta.
Che pace.
Dio non c’è più.
3 commenti:
Ecco, appunto. In risposta al mio Morire d'agosto: "ricordo di come eravamo prima, rivolti al cielo, intrappolati al suolo".
Mi piace. Commenti, rispondo, scrivi, leggo, mi/ti ritrovo. In silenzio. Che pace :)
oh... se è per quello... pure a cinisello dio non c'è più...
c'è il gigante (ah.. ah... ah...) ma quello c'è pure a sesto !!!
ti saluto concittadino !
Che bel post.
Pyperita
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