mercoledì 20 marzo 2013

Provo a tornare.

Il nostro eroe si sveglia e si chiede "e dove cazzo sono?".
Non lo sa, non capisce, ma non è nemmeno quel mondolontano dove non riusciva a svegliarsi mai.

Ci somiglia, è la stessa città, ma c'è gente.
Non è mondolontano.

Si stira in una pozza di piscio, gelata, ancora disteso e fradicio, gli fa male la gamba destra, nervo sciatico, non lo sa, "cazzo nervone sciatico, fa male, formicola tutto", si alza da quella, sta in piedi a malapena, batte il piede, gli fa sempre un male cane.

Tossisce, catarro, sputa un grumo marrò.
"Mi piace dire marrò."
Gli piaceva, ora non gli piace più niente.

Sta sempre male.
Qualsiasi cosa faccia non trova sollievo, è sempre triste, si sente sempre solo, anche se non lo è, anche se ha una donna che gli vuole bene, o che scopa con lui, e pensa che anche se avesse una donna che ama sarebbe lo stesso.
Solo, sempre solo.

Alza gli occhi da se stesso, finalmente si guarda in giro, è notte, la città puzza di umido e carne in putrefazione, merda stantia, e ovviamente piscio, molto piscio.
È notte.
Gli viene da piangere.

Proprio quando è lì che piagnucola girano l'angolo cinque omuncoli.

"Ma che cazzo?"

Urlano "AEEEEEEEEHHHH, OOOOO, AEEEEEEEHHHHHHAHHHHHH!", e corrono, veloci, gambe corte ma frenetiche, verso di lui.
Sono vestiti in modo elegante, panciotto e pantaloni intonati, camicia, chi farfallino, chi cravatta, e tutti in giacca, colori anche caldi, verdi, gialli, arancioni, ma sfumati, molto, molto eleganti "ma che cazzo?".

Le scarpe probabilmente in cuoio schiaffeggiano il marciapiede, e gli arrivano tutti e cinque addosso.

"Ma! Che! Cazzo!?!"

Calci, calci a ripetizioni, forti, negli stinchi, lui cade, e loro continuano, "AEEEEEEEHHHHH!!!", calci nello stomaco, nei reni, in faccia, nuca, collo, in bocca, forte, in bocca, nei denti, occhi, zigomi, glutei, ancora stomaco, ancora reni, nella schiena, nella schiena.

Poi corrono via.
Smettono di urlare, ridacchiano sommessi, e corrono via.

Ancora quel suono di schiaffi, e scompaiono dietro l'angolo da cui sono arrivati.

Il nostro eroe rimane a terra.
Il sapore di sangue, lacrime e acqua marcia mista a piscio, quella della pozza di prima, in cui si era svegliato.

Piange.
Sussulta.

"Ma dove cazzo sono finito?"

Non lo sa.
Continua a piangere.

3 commenti:

pyperita ha detto...

Sono contenta che tu abbia ripreso a scrivere. Il tuo post mi ha ricordato Murakami, i little people di 1Q84, per la precisione.

PS: potresti togliere la parola illeggibile? Non sono un robot, giuro.

peppermind ha detto...

Ciao Pype, grazie.
Provo a togliere, speriamo che non arrivi un sacco di spam.

fatacarabina ha detto...

oh bene :)